domenica 28 ottobre 2012

Credo in un solo Dio

Preghiamo:
A. Rublev, Ss. Trinità, XV sec.
O Trinità beata
oceano di pace,
la Chiesa a te consacra
la sua lode perenne.
Padre d’immensa gloria,
Verbo d’eterna luce,
Spirito di sapienza
e carità perfetta.
 
Roveto inestinguibile
di verità d’amore,
ravviva in noi la gioia
dell’agape fraterna.
O principio e sorgente
della vita immortale,
rivelaci il tuo volto
nella gloria dei cieli. Amen.


Ascoltiamo:  Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato  da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni  gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in  noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. (1Gv 4, 7-16)

 
Contempliamo: All’inizio di questo Anno della Fede vogliamo entrare, grazie alle espressioni più sublimi dell’ingegno umano: la pittura, la scultura, la poesia… dentro il Mistero della Fede. Mistero da accogliere. Mistero da contemplare. Mistero da Vivere.
L’accoglienza e la contemplazione sono le prime due dimensioni che vogliamo far nostre e professare oggi.
L’accoglienza: qualità più alta di Dio, diviene per noi cristiani un imperativo assoluto. Il Padre che da sempre genera il Figlio e il Figlio che da sempre è il generato dal Padre accolgono l’un l’altro lo Spirito Santo, vero vincolo di Amore. Eppure nessuno di loro scompare! Li vedete ben distinti, ognuno al suo posto! Non vi è smania di protagonismi o ansia d’apparire che oscurerebbero uno a favore dell’altro. Grande mistero e dotta lezione per noi: ognuno accoglie l’altro, ma nessuno di essi è fagocitato da chi gli sta accanto.
La contemplazione: in Dio tutto è armonia, fin dal principio Egli è bellezza. Contemplando oggi questa icona noi già pregustiamo il fine di ogni nostra attesa e speranza: vedere Dio. Ma com’è possibile vedere Dio? L’apostolo ha detto: “Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri…”, carissimi vogliamo vedere Dio? Dove è Carità e Amore lì c’è Dio! Alcuni teologi medievali dicevano: “Le cose viste noi le consegniamo” (Contemplata aliis tradere). Modificando un po’ questa espressione, potremmo dire che le cose contemplate noi le realizziamo! Vogliamo essere - come amava dire don Tonino Bello - contemplattivi, per realizzare nel mondo ciò che abbiamo contemplato, per vivere nella vita ciò che abbiamo adorato!
Professiamo ora, fratelli e sorelle, la nostra fede nel Dio uno e trino:

“Noi crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli, e Creatore in ciascun uomo dell'anima spirituale e immortale.

Noi crediamo che questo unico Dio è assolutamente uno nella sua essenza infinitamente santa come in tutte le sue perfezioni, nella sua onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella sua provvidenza, nella sua volontà e nel suo amore. Egli è Colui che è, come Egli stesso lo ha rivelato a Mosè; ed Egli è Amore, come ce lo insegna l'Apostolo Giovanni: cosicché questi due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente la stessa Realtà divina di Colui, che ha voluto darsi a conoscere a noi, e che «abitando in una luce inaccessibile» è in Se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e di ogni intelligenza creata. Dio solo può darci la conoscenza giusta e piena di se stesso, rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo, alla cui eterna vita noi siamo chiamati per grazia di Lui a partecipare, quaggiù nell'oscurità della fede e, oltre la morte, nella luce perpetua, l'eterna vita. I mutui vincoli, che costituiscono eternamente le tre Persone, le quali sono ciascuna l'unico e identico Essere divino, sono le beata vita intima di Dio tre volte santo, infinitamente al di là di tutto ciò che noi possiamo concepire secondo l'umana misura.

Noi dunque crediamo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno Amore. In tal modo, nelle tre Persone divine, sovrabbondano e si consumano, nella sovreccellenza e nella gloria proprie dell'Essere increato, la vita e la beatitudine di Dio perfettamente uno; e sempre deve essere venerata l'Unità nella Trinità e la Trinità nell'Unità”.

dal Credo del Popolo di Dio
di Paolo VI

 

Nessun commento:

Posta un commento