venerdì 4 maggio 2012

Io sono la vite (Gv 15, 1-8)


Il Contesto
Ci troviamo nel cuore del tempo pasquale, esattamente a metà del nostro cammino verso la Pentecoste in compagnia del Risorto. La discesa dello Spirito Santo è il compimento pieno della Pasqua, infatti, dopo essere stati salvati da Cristo ed aver ricevuto lo Spirito Santo siamo inseriti a pieno titolo nella relazione col Padre.

                                                                 L’evento
Oggi Gesù si racconta ai suoi, dice qualcosa di sé stesso definendosi come vera Vite. Quello della vite è un racconto molto antico ed è narrato numerose volte nell’antico Testamento,  i protagonisti solitamente sono sempre gli stessi: la vigna (il popolo), il vignaiolo (Dio) e i frutti che a volte tardano a  venire.
Ma questa volta le cose cambiano un po’!
Non si parla più di vigna ma di vite (Cristo).
Non si parla ancora dei frutti ma di tralci (discepoli).
Solo il vignaiolo è sempre lo stesso: il Padre.

            L’opera d’arte
Gesù vera vite, Icona russa
Cristo è la Vite curata dal Padre, in cui scorre la linfa dello Spirito, e questa può essere trasmessa ai tralci solo se essi rimangono attaccati alla Vite. Per portare frutto è necessario l’essere in relazione con Cristo, altrimenti si diventa sterili come un ramo secco! Che grande lezione ci dona il nostro maestro:
Io sono la vite, voi i tralci. 
Chi rimane in me porta molto frutto.

Ecco il significato di questa bellissima icona, che ho trovato su internet navigando qua e la, e anzi chiedo scusa all’autore/autrice di origine russa, di cui non sono riuscito a scoprire il nome. Non sono necessari commenti straordinari, le parole di Gesù sono così immediate e concrete:
Io sono la vite, voi i tralci. 
Chi rimane in me porta molto frutto.
La nostra immaginazione ci fa gustare la ricchezza di questa immagine, e nel momento in cui i nostri occhi si posano sull’immagine, essa diventa semplicemente l’espressione grafica di ciò che la Parola ha avuto la forza di evocare prima di tutto nel nostro cuore.
Ma che cosa vuol dire rimanere in Cristo?  
La risposta sembra facile, rimanere in Cristo vuol dire ascoltare e mettere in pratica la sua Parola.
Ascolto e azione, come due canali: uno da cui attingere la natura di Dio e uno in cui riversarla. Io non saprei dirvi come rimanere innestati a Cristo, però so di certo che dove è Carità e Amore, lì c’è Dio! La capacità di far germogliare gemme d’Amore è il segno inconfondibile che la linfa dell’amore divino scorre in noi!
La funzione dell’Amore nel corpo di Cristo è identica a quella della linfa nella pianta, essa infatti è essenziale, poiché distribuisce gli elementi vitali alle varie ramificazioni.
Come si fa a restare attaccati alla vera Vite?
Niente e nessuno ci potranno mai separare dall’amore di Dio (S. Paolo) e su questo non ci piove, eppure a volte ci sentiamo aridi, incapaci di slanci spirituali, in questi momenti è lecito pensare a due cose:
Dio ci sta mettendo alla prova!
Ma la potatura di Dio, nonostante sia dolorosa e a volte ci sorprende con avvenimenti inspiegabili e drammatici, è finalizzata sempre e solo al bene. Dio non è un imprenditore che pota solo per avere più frutti, ma è il Vignaiolo che ama e cura la Sua vigna, per questo taglia tutto ciò che è superfluo. L’esempio del taglio è calzante: la potatura estiva della vigna serve infatti ad eliminare quei tralci che pur essendo attaccati alla vigna non producono frutto, ma anzi sottraggono sostanze nutritive alla pianta.
Infine, l’altra cosa che possiamo pensare è che la nostra aridità derivi da qualche altra causa, una specie di malattia!
Un esempio di malattia dell’anima molto diffusa è lo s-coramento, ossia la caduta del nostro animo nelle bassezze del senso di colpa, nella perdita di fiducia in noi stessi, nella convinzione che Dio non potrà mai amarmi così come sono… Questa si che è una malattia! Questa non è una potatura ma un vero e proprio cancro! Lo sapete in cosa consiste la malattia, nel pensare che la Vite sia più piccola del tralcio, che il ramo più piccolo dell’Albero? Amici miei, Dio ci ma come una madre i suoi bambini e anche se il vostro cuore continuasse a rimproverarvi qualcosa non temete, Dio è più grande del vostro cuore!

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