Il Contesto
Ci troviamo
nel cuore del tempo pasquale, esattamente a metà del nostro cammino verso la Pentecoste in compagnia
del Risorto. La discesa dello Spirito Santo è il compimento pieno della Pasqua,
infatti, dopo essere stati salvati da Cristo ed aver ricevuto lo Spirito Santo siamo
inseriti a pieno titolo nella relazione col Padre.
L’evento
Oggi Gesù
si racconta ai suoi, dice qualcosa di sé stesso definendosi come vera Vite. Quello della vite è un
racconto molto antico ed è narrato numerose volte nell’antico Testamento, i protagonisti solitamente sono sempre gli
stessi: la vigna (il popolo), il vignaiolo (Dio) e i frutti che a volte tardano
a venire.
Ma questa
volta le cose cambiano un po’!
Non si
parla più di vigna ma di vite (Cristo).
Non si
parla ancora dei frutti ma di tralci (discepoli).
Solo il vignaiolo
è sempre lo stesso: il Padre.
L’opera d’arte
Gesù vera vite, Icona russa |
Cristo è la Vite curata dal Padre, in cui
scorre la linfa dello Spirito, e questa può essere trasmessa ai tralci solo se essi
rimangono attaccati alla Vite. Per portare frutto è necessario l’essere in
relazione con Cristo, altrimenti si diventa sterili come un ramo secco! Che
grande lezione ci dona il nostro maestro:
Io
sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me porta molto frutto.
Ecco il
significato di questa bellissima icona, che ho trovato su internet navigando
qua e la, e anzi chiedo scusa all’autore/autrice di origine russa, di cui non sono
riuscito a scoprire il nome. Non sono
necessari commenti straordinari, le parole di Gesù sono così immediate e
concrete:
Io
sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me porta molto frutto.
La nostra
immaginazione ci fa gustare la ricchezza di questa immagine, e nel momento in
cui i nostri occhi si posano sull’immagine, essa diventa semplicemente
l’espressione grafica di ciò che la
Parola ha avuto la forza di evocare prima di tutto nel nostro
cuore.
Ma che cosa
vuol dire rimanere in Cristo?
La risposta
sembra facile, rimanere in Cristo vuol dire ascoltare e mettere in pratica la
sua Parola.
Ascolto e
azione, come due canali: uno da cui attingere la natura di Dio e uno in cui
riversarla. Io non saprei dirvi come rimanere innestati a Cristo, però so di
certo che dove è Carità e Amore, lì c’è
Dio! La capacità di far germogliare gemme
d’Amore è il segno inconfondibile che la linfa dell’amore divino scorre in noi!
La funzione
dell’Amore nel corpo di Cristo è identica a quella della linfa nella pianta,
essa infatti è essenziale, poiché distribuisce gli elementi vitali alle varie
ramificazioni.
Come si fa
a restare attaccati alla vera Vite?
Niente e nessuno ci potranno mai separare dall’amore di Dio (S. Paolo)
e su questo non ci piove, eppure a volte ci sentiamo aridi, incapaci di slanci
spirituali, in questi momenti è lecito pensare a due cose:
Dio ci sta
mettendo alla prova!
Ma la potatura di Dio, nonostante sia dolorosa
e a volte ci sorprende con avvenimenti inspiegabili e drammatici, è finalizzata
sempre e solo al bene. Dio non è un imprenditore che pota solo per avere più
frutti, ma è il Vignaiolo che ama e cura la Sua vigna, per questo taglia tutto ciò che è
superfluo. L’esempio del taglio è calzante: la potatura estiva della vigna
serve infatti ad eliminare quei tralci che pur essendo attaccati alla vigna non
producono frutto, ma anzi sottraggono sostanze nutritive alla pianta.
Infine, l’altra
cosa che possiamo pensare è che la nostra aridità derivi da qualche altra causa,
una specie di malattia!
Un esempio
di malattia dell’anima molto diffusa è lo s-coramento,
ossia la caduta del nostro animo nelle bassezze del senso di colpa, nella
perdita di fiducia in noi stessi, nella convinzione che Dio non potrà mai
amarmi così come sono… Questa si che è una malattia! Questa non è una potatura
ma un vero e proprio cancro! Lo sapete in cosa consiste la malattia, nel
pensare che la Vite
sia più piccola del tralcio, che il ramo più piccolo dell’Albero? Amici miei,
Dio ci ma come una madre i suoi bambini e anche
se il vostro cuore continuasse a rimproverarvi qualcosa non temete, Dio è più grande del vostro cuore!
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