Il Contesto
Questa
domenica ritroviamo Gesù dove lo abbiamo lasciato: a Gerusalemme per celebrare
la sua prima Pasqua con i discepoli. Dopo gli eventi del Tempio (domenica
scorsa) sicuramente Gesù doveva essere diventato un personaggio molto famoso
nella Città santa, il suo gesto profetico
avrà sicuramente diviso il tessuto sociale della città suscitando consensi e rifiuti:
il consenso di coloro che attendevano il Regno di Dio e il rifiuto dei
commercianti e dei cambiavalute, il consenso (sicuramente equivoco) di coloro
che auspicavano la rivolta armata contro Roma e il rifiuto della classe dirigente della città. Soprattutto
a questi ultimi, preoccupati di mantenere l’ordine durante l’evento pasquale,
và la nostra attenzione, non è difficile immaginarli in consiglio a discutere
su chi è Gesù? Tra di loro troviamo
anche Nicodemo…
L’evento
L’evento di
oggi è un incontro. Nicodemo era un capo
dei Giudei, ma il suo interesse per Gesù è diverso da quello dei suoi
colleghi, lui non va da Gesù per cercare di coglierlo
in fallo davanti al popolo ma lo incontra nel buio della notte, in gran
segreto. Il suo dialogo/incontro con
Gesù si riduce a poche battute su un tema di difficile comprensione: la
rinascita dell’uomo. Successivamente Nicodemo sembra scomparire nel buio da dove
era venuto, Giovanni non parlerà più di lui se non alla fine del suo vangelo durante
la deposizione di Gesù.
Perché
questa figura è così enigmatica, misteriosa? Forse Nicodemo impersona tutti coloro
che cercano il Dio vero, che non si accontentano di ciò che sentono dire su Dio
ma vogliono incontrarlo di persona, anche se di nascosto, nei momenti più bui…
strano cercare la Luce
di Notte! Però forse è anche vero che il sole ferisce gli occhi a coloro che
sono abituati a stare nel buio, e proprio per questi che la Luce , per prima, è venuta
nel mondo.
L’opera d’arte
Michelangelo, Pietà, Museo del Duomo di Firenze |
Ci
accompagnerà oggi nella nostra lectio divina/artistica
un grande del Rinascimento, un gigante insuperabile dell’arte: Michelangelo
Buonarroti, Pittore, Architetto, Disegnatore, Poeta ma soprattutto Scultore,
come egli stesso amava definirsi. L’opera che prenderemo in considerazione è: la Pietà
progettata per la propria tomba, poi denominata Bandini, che si trova al Museo
del Duomo di Firenze. Di Michelangelo conosciamo diverse Pietà, la più celebre è sicuramente quella romana, collocata nella
prima cappella a destra nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, la più
drammatica è quella Rondanini, ubicata nel Museo del Castello Sforzesco a Milano e tra le meno conosciute collochiamo la Pietà
Bandini (che
prendiamo in analisi oggi) e la Pietà di Palestrina.
Il tema
della Pietà riguarda essenzialmente la contemplazione di Maria, a volte
circondata da altri personaggi, che accoglie nel suo grembo il figlio dopo la
croci- fissione.
L’osservatore
assiste ad una scena che gli impone grande silenzio e rispetto, per non turbare
la dram- matica contemplazio- ne di una madre che culla il proprio figlio per
l’ultima volta.
La scultura
è composta da quattro personaggi: Nicodemo, Gesù, Maria e la Maddalena (o forse un
Angelo). Nicodemo affida il corpo del Crocifisso alle braccia di Maria ma allo
stesso tempo lo sostiene con tanta forza che quasi non lo vuole abbandonare,
perché? Nel volto di Nicodemo non è difficile riconoscere l’autoritratto dello
stesso Michelangelo, dunque possiamo ipotizzare che nello scolpire questa opera
egli intendesse consegnare qualcosa ai suoi posteri (una sorta di testamento,
dopotutto era il suo monumento sepolcrale), una vera e propria lezione di vita,
più che di scultura: come il compito dell’artista è trovare la figura che si
cela nel blocco di marmo e liberala, il dovere del cristiano è trovare Cristo
nella propria vita e mostrarlo! Per questo Michelangelo presta i suoi tratti a
Nicodemo, perché anch’egli ha cercato di comprendere Gesù, e in questo gesto di
consegna e ostensione che Nicodemo compie l’artista consegna e mostra di aver
trovato Cristo. Ma procedendo ancora nella lettura di questa magnifica opera
troviamo la figura di Nicodemo caricata di un simbolismo ancora maggiore: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il
Figlio unigenito”, il Nicodemo-Michelangelo diventa immagine del Padre che
consegna il proprio figlio all’umanità (la Vergine Maria ).
Questa non è una novità nel pensiero michelangiolesco, troviamo infatti la stessa
simbologia nel Tondo Doni (Giuseppe/Padre consegna Gesù/Figlio a Maria/Umanità).
Il Padre consegna all’umanità intera il suo unico Figlio, al tempo stesso
Cristo è presentato come colui che è consegnato, che trova la sua pienezza
nell’essere donato per… Egli esce dal
grembo del Padre per entrare in quello di Maria (Incarnazione) e ancora
abbandona il grembo materno per cadere, come il seme, nel grembo della terra
(Morte e sepoltura), non c’è aspetto o sfumatura della vita dell’uomo che Gesù
non abbia vissuto, tranne il peccato! Eppure in croce Egli è trattato come
peccato per noi. Ecco il grande dono
di Dio per l’umanità, ecco il grande “testamento” d’Amore: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito!
Nessun commento:
Posta un commento