venerdì 23 marzo 2012

Vogliamo vedere Gesù (Gv 12,20-33)


            Il Contesto

Gesù si trova nuovamente a Gerusalemme, non sta più vivendo la sua prima Pasqua ma la sua Pasqua! Il cammino di Gesù giunge al suo fine (non alla sua fine), la glorificazione. Anche il nostro cammino sta per giungere al suo fine, infatti questa Quaresima volge verso il suo termine, fra otto giorni celebreremo la Grande Settimana, è tempo oramai di guardare all’Essenziale, ma non andiamo troppo avanti e gustiamoci ancora questa quinta tappa del nostro itinerario verso la meta pasquale.

                                                                 L’evento

Alcuni greci chiedono ai discepoli di poter vedere Gesù, ma stranamente non sappiamo se ciò realmente avverrà, Gesù sembra insolitamente schivo, infatti Egli è sempre disponibile ad incontrare chiunque lo cerchi. È cambiato il carattere di Gesù? No, di questo possiamo stare tranquilli. Il suo atteggiamento nasconde un messaggio (o forse più di uno), forse Egli non voleva essere scambiato per un fenomeno da baraccone eppure, paradossalmente, si lascia vedere così come Egli è (chicco caduto in terra), rimanendo però incompreso.
Gesù vuole farsi vedere per come è veramente, vuole che il suo volto brilli davanti a noi nel pieno della sua forma.
Vogliamo vedere Gesù!
Che cosa vogliamo vedere? I suoi tratti somatici, il colore dei suoi capelli o dei suoi occhi? Ma non cadremo nell’inganno dell’apparenza, di come noi vogliamo vedere Gesù? No, l’ora è giunta, Gesù si mostrerà a noi senza pericolo di equivoci!

            L’opera d’arte

Per questa V Domenica di Quaresima ho scelto un’immagine molto essenziale, e nonostante l’artista sia contemporaneo di quelli trattati finora, lo stile che utilizza è completamente diverso! Questa domenica sostituiremo l’armonia delle forme e l’eleganza delle linee con l’arte dura dell’icona. La definisco dura perché è difficile entrarvi senza un buon esercizio (proprio come la Pasqua non può essere vissuta bene senza una buona preparazione).
L’icona non è un’opera d’arte come le altre, essa è Parola di Dio scritta con il pennello, e tra tutte le pagine colorate che la tradizione iconografica conserva nel suo libro, c’è ne una particolarmente significativa, potremmo definirla la “matrice” di tutte le icone: il Volto santo.
Esso è legato ad una leggenda secondo cui il Re di Odessa, essendo malato, volle vedere Gesù per guarire. Inviò allora dei pittori al Maestro affinché ne immortalassero i tratti del volto, ma nessuno vi riuscì. Allora Gesù si appoggiò un pezzo di stoffa sul volto, la piegò e la consegno agli artisti, questi essendo ritornati dal Re gliela consegnarono ed egli vi trovò impressa l’immagine del Redentore.
L’opera che ho scelto, in particolare è il Volto di Cristo di Andrej Rublev.
Originariamente quest’opera era molto più grande e rappresentava un Cristo pantocratore, però il tempo e lo stato di conservazione hanno fatto sì che quasi tutta la superficie pittorica andasse persa, lasciando intatto solo il volto. Smontare tutte le categorie e le precomprensioni su Gesù, questo è un messaggio che vorrei consegnarvi oggi, lasciamo crollare tutto e guardiamo l’essenziale.
Vogliamo vedere Gesù!
Guardare il volto di una persona, e specialmente di Gesù, significa entrare in contatto profondamente con essa.
Vogliamo vederti Gesù.
Vogliamo vederti come sei veramente,
non ricoperto dello zucchero delle nostre aspettative,
non appesantito dalla corazza delle nostre pretese,
non vogliamo osservarti secondo le nostre aspettative:
biondino, con lo sguardo perso nel nulla
o iracondo giudice della storia.
Vogliamo vederti come tu sei,
permettici di contemplare la tua vera identità,
quell’identità inguardabile, perché non ha né apparenza né bellezza.
A. Rublev, Pantocratore, Galleria Tretyakov
Cosa ha di bello il volto del Crocifisso?
Il naso, la bocca, i capelli, gli occhi…? 
Niente di tutto questo!
Eppure non riusciamo a staccarti 
gli occhi di dosso.
Vogliamo vederti Signore!
La tua bellezza non  è bagnata 
dal sudore delle palestre
ma dalle lacrime della Passione.
La tua bellezza non odora di effimere essenze
ma profuma d’Amore eterno.
La tua bellezza non cerca di fuggire la morte
ma vive la vita come dono.
La tua bellezza non nasconde il tempo che passa
ma ci dona l’eternità.
Vogliamo vederti Gesù!

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