venerdì 9 marzo 2012

La nuova Legge (Gv 2, 13-25)


         Il Contesto

La liturgia di questa III domenica di Quaresima, ritrova nella Legge il suo filo conduttore: la I lettura presenta il decalogo, conosciuto anche come i dieci comandamenti (la legge affidata da Dio a Mosè); il salmo 18 canta: la legge del Signore è perfetta; nella II lettura Paolo ci propone il fondamento della predicazione cristiana (la novità della legge portata da Cristo) ossia il Crocifisso e il Vangelo presenta Gesù che caccia i mercanti (rovesciando la Legge) e propone se stesso come nuovo Tempio.


         L’evento

Gesù, secondo l’autore del quarto vangelo, si dirige al Tempio tre volte durante il suo ministero pubblico, il brano odierno ci racconta la prima di queste tre volte. Egli entrando nel Tempio lo trova saturo di venditori di animali, commercianti e cambia valute, la loro presenza nell’atrio dell’edificio sacro era giustificata dalla prassi di offrire animali in sacrificio (che dunque andavano acquistati) e dalla necessità, in caso si offrissero dei soldi, di eliminare le monete non pure (con l’effige dell’Imperatore) che non potevano essere inserite nel tesoro del Tempio.
Gesù si trova di fronte al chiasso, alla confusione e forse anche di fronte alle truffe degli astuti mercanti e sembra perdere il controllo, si arma e caccia via tutti  volendo ristabilire in apparenza l’ordine originale del luogo sacro, ma non è così! Nella seconda parte del brano evangelico leggiamo la reale intenzione di Gesù, ossia la fondazione di un culto nuovo, di un modo nuovo di servire il Padre e, per un culto nuovo, occorre un Tempio nuovo: Egli parlava del Tempio del suo corpo.


         L’opera d’arte

Ho scelto un’opera d’arte un po’ singolare per commentare il Vangelo di oggi, si tratta di un particolare della Lavanda dei piedi del pittore veneziano  Jacopo Robusti detto Tintoretto.
Un’analogia interessante del dipinto con il brano odierno, sta nel fatto che entrambe le scene si svolgono nel contesto pasquale, ma se nel brano Gesù vive la sua prima pasqua con gli apostoli, nel dipinto Egli sta per vivere la sua ultima Pasqua, la Sua Pasqua.
Tintoretto, Lavanda dei piedi (part.), Museo del Prado
Nel brano Gesù rovescia i banchi dei venditori insieme al modo di intendere il culto.
Nel dipinto Egli ci spiega che il servizio cultuale, per non essere vuoto ed ipocrita, si deve fondare sull’Amore nel servizio, sull’Amare servendo.
Nel Tempio Gesù grida e denuncia la falsità dei riti che si riducono a offerte a Dio di terzi (animali o soldi), senza un coinvolgimento personale, senza la disponibilità a cambiare vita.
Nel Cenacolo invece Egli mostra che il vero culto che Dio gradisce e chiede (direi anche pretende) è quello dell’amore fino alla fine.
Lavando, per Amore, i piedi ai suoi discepoli Gesù pone le salde fondamenta (servizio e amore) per il Tempio nuovo, per il Tempio che ri-sorgerà dopo tre giorni, il Tempio del suo corpo che è la Chiesa.
Gesù mette sotto sopra tutto quello che noi consideriamo normalità,  ci sentiamo  a disagio immaginando un Gesù arrabbiato che urla, però, allo stesso tempo ci causa imbarazzo vederlo inginocchiato a terra mentre ci lava i piedi, cosa fare? Forse è il caso di cominciare ad esercitarci affinché questo santo disagio nel vedere un Dio a-normale nel cammino verso la nostra Pasqua diventi meraviglia e fede nel Cristo crocifisso e risorto. Smettiamola di cercare qui e lì (II lettura), Gesù ci ha mostrato definitivamente quale sia la legge di Dio: l’Amore. Una legge fatta di precetti, norme, comandamenti (I lettura) rischia di far perdere il cuore della Legge, per questo Gesù dà una sola regola ai suoi, un imperativo assoluto: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati! Oppure, mettendo sulla bocca di Gesù una frase tratta dal film Preferisco il Paradiso: “Per essere obbediti servono poche regole, io ne ho scelta una sola: la Carità”.

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