Il Contesto
Nel tempo di Quaresima, che stiamo
vivendo, la II domenica è da sempre consacrata
all’evento della Trasfigurazione. Gesù dal deserto (I domenica) si sposta sulla
montagna (II domenica), dal luogo del silenzio e dell’ascolto al luogo
dell’incontro tangibile con Dio (questa è la simbologia della montagna, es.
Mosè, Elia), Egli non è da solo ma prende
con sé i suoi e li conduce…dove?
Verso l’altezza, verso la meta di ogni cammino ascetico (ascesi, ascendere = salire): la visione della vera Bellezza.
L’evento
Raffaello Sanzio, Trasfigurazione, Musei Vaticani |
L’opera d’arte
Inauguriamo questo nostro blog con
un dipinto, uno dei capolavori dell’arte tardo rinascimentale: la Trasfigurazione
di Raffaello Sanzio da Urbino. Appare
subito che la grande tela è divisa in due parti: una superiore e una inferiore;
una celeste e una terrena. Nella parte superiore viene raffigurata la scena
narrata dal brano evangelico, in quella inferiore si svolge il curioso episodio
dei discepoli che cercano di scacciare un demone da un ragazzo (che nel dipinto
si contorce tra le braccia di suo padre). Raffaello imposta la parte alta della
tela in un modo sicuramente tradizionale (Cristo al centro tra Mosè ed Elia e
gli apostoli caduti a terra per lo stupore), però egli tradisce un richiamo
alla crocifissione, basti notare la postura di Gesù; questa non è una novità
nella storia dell’arte, basti pensare alla Trasfigurazione
del Beato Angelico. Gesù viene
rivelato come il Figlio prediletto, prediletto non perché manifesta la gloria
di Dio nella potenza della divinità ma perché rivela la potenza di Dio nella
gloria della nuova umanità. La dimensione sacra dell’evento è suggerita
dall’impostazione equilibrata e statica della composizione, totalmente diversa
rispetto alla parte inferiore, pervasa dai diversi moti dell’anima (stupore,
paura, rabbia, sconforto…). L’Urbinate, grazie alla sua tecnica inimitabile,
presenta efficacemente lo splendore di cui parlano i Vangeli: egli conferisce
alla luce, che emanata da Cristo illumina i volti di Mosè ed Elia, il compito
di mostrare che la Legge (Mosè) e la Profezia (Elia) trovano la loro pienezza
in Gesù Cristo. Nella parte inferiore
del dipinto, infine, come accennato sopra, la scena raffigura i discepoli che
cercano di operare un esorcismo senza
risultati. Perché i discepoli non riescono? In questo Raffaello ci aiuta dimostrandoci
gli apostoli coinvolti in tanti atteggiamenti tranne quello giusto: la preghiera!
Così il pennello dell’artista riesce a tradurre in immagine il rimprovero che Gesù, scendendo dal monte
rivolgerà ai suoi: “Questa specie di
demoni non si può scacciare in alcun modo se non con la preghiera”.
Diventa
necessità, dopo aver contemplato la bellezza trasfigurata dell’Uomo vero, scacciare
la bruttezza che sfigura la vita degli uomini.
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